“Questa non è una recensione, ma solo una analisi di un successo fin troppo sottovalutato. Nell’articolo vado a parlare solamente degli spunti narrativi sulla campagna di Halo 4, non mi soffermerò quasi minimamente sul Gameplay.”
Con la conclusione malinconica ma soddisfacente del terzo capitolo della saga sfornata da Bungie (casa produttrice di Destiny 2), 343 Industries prende le redini dell’universo simbolo di Microsoft, unicizzando la campagna, spinta soprattutto sotto il profilo narrativo e sostenuta a pieno da un cast di doppiatori che, in questo prodotto, dimostra per l’ennesima volta, la sua elasticità e capacità d’adattamento.
“Tanto impegno, soprattutto dal punto di vista tecnico”
Manifesto di tanti sforzi è sicuramente la fotografia, che fa un saggio uso dell’illuminazione e della coloratura di scenari contraddistinti e per nulla scontati (tunnel sotterranei, foreste o basi spaziali etc.). Fotografia in grado di accompagnare egregiamente momenti emozionanti e memorabili di questa quarta avventura con protagonista il soldato scelto John-117 (alias Master Chief) e la bellissima Intelligenza Artificiale Cortana.
Regia forse troppo poco presente ma che comunque rappresenta atmosfere degne di nota e che probabilmente, occorreva fruire di campi lunghi che potessero inquadrare le ambientazioni in più punti, così da permettere al videogiocatore una più ragguardevole immedesimazione in uno degli universi videoludici più vasti di sempre.
La punta di diamante di casa Redmond non si limita a questo, anzi; decide di rendere le espressioni facciali degli esseri umani e delle varie entità prometeiche meglio definite, caratterizzando ulteriormente i personaggi con un terminologia molto ricca, usufruendo di una sintassi che appare complessa ed ipotattica. I dialoghi, quindi non sono solo pieni di significato e saturi di una profondità per nulla banale ma anche formalmente ben costruiti.
“Promettimi che scoprirai chi di noi è la macchina”
Il rapporto tra lo Spartan numero 117 e la Intelligenza Artificiale creata con tracce cerebrali della intelligentissima Dottoressa Halsey è decisamente più marcato. Facendo dialogare i protagonisti quasi incessantemente per tutta la durata della storia, conferendo loro più rilevanza e consistenza; pur essendo entrambi delle… macchine? Perché sì, Halo 4 basa principalmente la sua campagna sulla ricerca della risposta a questo fatidico quesito, posto dalla stessa Cortana.
Un viaggio che darà a John la possibilità di capire cosa significa amare e prendersi cura di una persona, non più considerabile solo un semplice collega o partner lavorativo.
Pur mantenendosi coperto da un elmetto, lo Spartan ci mostra il suo lato umano, permettendoci una immedesimazione quasi totale nel personaggio. Si possono comprendere le sue azioni, le sue gesta e i suoi comportamenti. Il gioco, poi, termina mostrandoci il vuoto di un vecchio soldato a cui gli è giovane il sentimento chiamato “amore”.
Design a parte, essendo quello fin troppo basato sui gusti personali, questa è la versione meglio realizzata del personaggio di Chief. Un uomo forte, deciso, ma nello stesso tempo iperprotettivo ed insicuro nei confronti della sua anima gemella Cortana, ragazza dolce ma piena di preoccupazioni causate dal suo deterioramento e, la cosa peculiare è che ha riposto sempre la sua più ferrea fiducia in John.
Commovente come Cortana salva la vita a Chief, sacrificandosi in uno dei momenti più memorabili dell’intera saga, facendoci capire quanto il loro legame sia più intricato di quanto si possa ritenere. Tuttavia è perfettamente funzionante all’interno delle vicende.
Abbiamo finalmente modo di comprendere a pieno chi ci troviamo di fronte: non una Intelligenza Artificiale che serve per accompagnare le gesta eroiche di uno Spartan ma una donna a tutti gli effetti che è stata in grado di far innamorare un soldato apparentemente senza emozioni, sintomo di un passato molto arduo.
“Lavoro egregio poco valorizzato”
In conclusione, dal mio modesto parere, tutto questo rende la campagna di Halo 4 uno spettacolo per gli occhi; permettendoci di vivere una delle esperienze più emozionanti di sempre, esplorando ambientazioni a dir poco meravigliose, guidando un personaggio mai stato così umano come in questo capitolo.
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