Dopo ulteriore attesa dovuta alla attuale situazione sanitaria: la CW torna a narrarci le vicende del velocista scarlatto! Ecco la recensione di The Flash 7×01.
Ma andiamo finalmente ad immergerci all’interno della recensione di questo esordio realizzato davvero bene dal mio modo di vedere, forse in alcune evenienze un po carente dal punto di vista tecnico. In diversi attimi si avverte l’urgenza di tagliare delle scene, di far concludere svariati dialoghi. Alcuni personaggi lasciano la scena per motivazioni fin troppo forzate; non vogliono quindi dedicare abbastanza tempo alle conversazioni, purtroppo colpa del minutaggio imposto dall’emittente televisivo.
“Regia sopra la media della serie”
Avviene un eccellente uso della macchina da presa, spesso in movimento e sempre molto adatta alla situazione, gestita credo, per lo più a mano – le inquadrature, finalmente, in varie occasioni si soffermano molto sui volti dei personaggi protagonisti. Cosa non da poco per The Flash, dato che nelle ultime stagioni ci avevano assuefatto ad un montaggio più presente e di conseguenza meno naturalezza nelle riprese per concentrarsi sul raffigurare le vicende narrate in una maniera fin troppo rapida e a tratti quasi frenetica.
Per fortuna, non solo la regia svolge un lavoro egregio, ma pure il montaggio finale permette allo spettatore una concentrazione più diretta e molto meno forzata, cosa che purtroppo non avveniva nelle scorse due stagioni; quindi nella quinta e nella sesta… ma maggiormente in quest’ultima. Sicuramente sintomo di una scelta forse troppo avventata nell’introdurre una moltitudine di personaggi in più.
Ma tornando alla 7×01, personalmente ritengo che questa tecnica di regia sia lo stile con cui The Flash dovrebbe progredire, una maniera di comportarsi con la macchina che è riuscita a rendere questo primo episodio davvero godibile, soprattutto nei momenti action.
“Psiche dei personaggi e caratterizzazione”
A livello contenutistico mi è piaciuta molto la psicologia dei personaggi, maggiormente Chester, soggetto che ritenevo inutile e piuttosto vuoto. Invece viene caratterizzato a pieno, facendo trasparire le insicurezze del ragazzo, manifestando il suo entusiasmo nel lavorare con il Team Flash ed evidenziano le sue proprietà intellettuali.
Abbiamo modo di approfondire la psiche di Nash Wells, sorprendentemente meglio gestito da parte della scrittura e sceneggiatura. Centralizzando il suo personaggio, riescono a farci stare più a cuore quella che, sembrava essere la versione di Harrison Wells peggio riuscita, colpa principalmente degli showrunners ed in parte dall’attore. Infatti, l’idea di avere ogni stagione l’ennesima variante alternativa del medesimo carattere stava cominciando ad essere abbondantemente ripetitiva e poco sensata.
Decidono quindi di dare un senso alla sua figura, sfruttando la sua “dote”, se può essere definita come tale, di possedere tutte le coscienze di ogni Wells morto durante gli avvenimenti di Crisi sulle Terre Infinite. Confezionano così un addio straziante, che forse avrebbe funzionato di più, con la presenza di Cisco Ramon. Come immaginavo, il frangente in cui Harrison pronuncia “Corri Barry, Corri” non era legato in alcun modo all’antagonista in giallo, nonché Reverse Flash. Ma ho apprezzato ugualmente il momento, facendo tornare un po’ tutti noi al 2014.
Mentre adesso voglio un attimo soffermarmi sul protagonista indiscusso; Barry Allen. Grant Gustin si sarà divertito un sacco nell’interpretare le versioni più amate di Wells, espediente non da poco che permette all’attore di dare il meglio di sè, anche uscendo dai suoi canoni, interpretando personaggi che si distaccano quasi totalmente dal suo.
Trattando invece Iris: La moglie di Flash è ancora rinchiusa nello Specchioverso, che vediamo combattere per venirne fuori anche in questa occasione. Continuando a mettere a rischio la sua sanità mentale, pur di non pentirsi di essere quella che è. Ho apprezzato la scena in cui si scontra psicologicamente con Eva, non avendo la meglio purtroppo, ma confezionando una scena molto emozionante.
Invece Eva, aka Mirror Mistress viene esplorata ulteriormente, confermando che lei è puramente un anti eroe e non una cattiva. Scopriamo che è solo un clone e che la vera Eva McCulloch è morta la notte dell’esplosione dell’acceleratore di particelle. Probabilmente questo servirà per farla diventare buona, avendo combattuto per tutto questo tempo con ideali sbagliati.
Mentre, per quanto riguarda la sottotrama riguardante Cecille e Top, a proposito di lato tecnico a tratti carente, purtroppo abbiamo già una incoerenza narrativa per non definirla “buco di trama”: cioè la cattura di Top. La donna viene portata al commissariato senza le manette per inibirle i poteri. Espediente che è servito a far entrare in connessione il procuratore distrettuale e la cattiva… ma che appunto ha forato il tessuto di trama.
“Poco coinvolgente”
Non vi nego di essere rimasto colpito di come effettivamente i loro poteri siano molto simili, anche perché non ci avevo pensato, quindi ho avuto modo di apprezzare quei momenti, ma mi sento di dire che avrebbero potuto farci empatizzare di più il personaggio di Top, quando Cecille gli si insinua nella testa. Infatti la cattiva descrive le sue emozioni, ciò che sta provando, non permettendoci una vera e propria immedesimazione nel personaggio e nell’ambiente circostante. Per farvi un esempio, se nel frangente in cui a quanto pare, gli batteva velocissimamente il cuore; se ci avessero fatto sentire l’effetto sonoro del battito cardiaco aumentato avrebbero dato la possibilità di immedesimarci di più.
“In conclusione, buon episodio”
La recensione giunge al termine, spero di essere stato chiaro e di avervi esposto i miei pensieri nella maniera migliore possibile. In conclusione: mi sento di dare un 7 a questo inizio stagione, ma ora chiedo a voi di esporre le vostre opinioni riguardanti l’episodio; tramite la sezione commenti, dato che sono molto interessato!
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