Non è un mistero che l’industria videoludica abbia rispolverato, in questi ultimi anni, un genere classico, quello legato alla WW2. A voler fare una rassegna rapidissima e limitata ai titoli mainstream, basterà citare Call of Duty: WWII e l’ovvio contraltare, Battlefield V. Ma ciò che rese impressionante quel conflitto fu l’impiego massiccio di carri armati ed aerei (oltre che di navi e di sommergibili). Ecco allora, a voler citare un titolo diffusissimo anche perché accessibile, War Thunder .
Tutti questi titoli puntano a far calare il player nel vivo dell’azione bellica e sono, per gran parte o totalmente, arcade. I simulatori, nella nicchia che accoglie anche i non tantissimi appassionati del genere , non sono mai mancati per la WW2, anzi, spesso sono serie storiche. A voler duellare nei cieli dell’Europa a bordo di un caccia abbiamo sempre cosa scegliere, arcade o sim che sia. Ma nel panorama dei sim mancava da anni un tassello importantissimo: quello dei bombardieri.
Ecco che allora la MicroProse , con un ideale allarme antiaereo, reca un lieto annuncio: lo sviluppo di The Mighty Eighth. Cosa dobbiamo (o meglio, possiamo) aspettarci?
Un po’ di storia, fra stick e controller…
Il nome del titolo suonerà certo agli irriducibili di storia o gaming (o entrambi). Infatti “il Possente Ottavo” era uno dei Bomber command dell’Army Air Forces (dipendente dall’US Army; l’US Air Force nascerà solo nel 1947), che si è meritato persino un museo in Georgia. Inoltre un gioco con questo nome già esisteva. Parliamo di un gioco per PC uscito nel 2000, seguito di un simulatore di B-17 per Amiga risalente al 1992 e sempre sviluppato da MicroProse.
The Mighty Eighth vuole proporsi come simulatore sfruttabile in VR (ma fruibile anche senza) della gestione di un B-17, la famigerata Fortezza volante, o di un B-24, il Liberator. Entrambi sono bombardieri pesanti che furono realmente in forza all’Ottavo bomber command.
L’unione fa la forza…
Una differenza fondamentale tra arcade e sim è che nel primo caso senza gioco di squadra spesso non si vince, nel secondo senza gioco di squadra non si comincia neppure. Per questo, The Mighty Eighth ci inserirà in cabina insieme ad altri 9 giocatori (sostituibili nel caso dall’IA). Ognuno avrà il proprio ruolo a bordo di una macchina a cui va garantito non solo il successo, ma anche e soprattutto la sopravvivenza.
Per quanto riguarda me (e sicuramente molti altri fans del flight sim) si tratta di una nuova proposta fenomenale, soprattutto se, come spero, si raggiungeranno buoni livelli di realismo. Pilotare un quadrimotore non è esattamente una passeggiata, anche se possiamo dimenticarci voli a forbice o acrobazie da caccia. Nella realtà, era fondamentale per i bombardieri mantenere la formazione, così da permettere una maggior difesa contro i caccia nemici. Se tutto sarà simulato degnamente, quindi, ci dovrà essere una grande sinergia fra pilota e copilota nella coordinazione e nella lettura degli strumenti, per non parlare delle fasi di decollo e atterraggio. E tutto questo mica necessariamente con tutti i motori e i controlli di volo funzionanti…
Quando l’eroe non è solo il pilota…
Su qualunque aereo il pilota non si occupa che di volare. The Mighty Eighth ci promette di calarci nelle tute di volo di quegli avieri tanto poco ricordati quanto in realtà fondamentali: navigatore, radiofonista e mitraglieri di bordo (uno di questi si occupa anche dello sgancio delle bombe). VR o meno, immagino che potremo muoverci a bordo del nostro bombardiere, che si tratti di riparare una falla, o, nel peggiore (ma assai probabile) dei casi, sostituire un mitragliere ferito o ucciso. Sarà sicuramente fantastico brandeggiare una mitragliatrice in realtà aumentata sui cieli della Germania. Meno fantastico però sarà sparare. A far le cose bene, visto il moto dell’aereo su cui siamo e del bersaglio, dovremo impratichirci col tiro in deflessione, anticipando la balistica del proiettile e dovendo spesso mirare non solo dietro il bersaglio, ma talvolta anche davanti ad esso per centrarlo.
Fra mappe e radio…
Se ci sono due giocatori che, oltre ai piloti, si muoveranno ben poco, questi sono navigatore e radiofonista. Mappe e minimappe con il puntino che segna la posizione e waypoints a schermo ci hanno sempre abituato male. Niente GPS nel buon vecchio ’44! Il vero GPS umano era il navigatore, che doveva guidare l’aereo sul percorso preventivamente scelto (solitamente studiando anche foto aeree per prendere punti di riferimento sul terreno) e ritrovare la via di casa quando l’aereo si perdeva o era l’ultimo rimasto. Ci fu un navigatore, il sottotenente Femoyer, che era stato colpito ma, per restare lucido, rifiutò la morfina. Fatti fare molti cambi di direzione per seminare i caccia tedeschi, riuscì a riportare il suo B-17 sulla Manica, e collassò, oramai esanime. Siete dunque ancora sicuri di voler lasciare questo ruolo all’IA, eh?
Credo che il radiofonista, oltre ai veri incarichi di comunicazione col comando, sarà incaricato anche di comunicare con gli altri aerei. Forse ci stancheremo di sentirlo continuamente riferire messaggi in cabina. D’altra parte, quando dovrà star zitto perché abbiamo perso ogni contatto radio, mi sa che cambieremo idea…
…e nei tempi morti, perché non ascoltare in radio questa canzoncina d’epoca sul B-17?
Sganciando bombe, tirando somme…
Il concept di The Mighty Eighth era indubbiamente qualcosa che mancava nell’ambito del flight sim moderni. Essendo recentissimo l’annuncio, sappiamo ancora poco, ma la speranza è che ci venga garantito un buon livello di realismo e (a partire dal modello di volo) e di team play. Sicuramente, come è normale per i sim, non sarà proprio un titolo per tutti (specialmente per alcuni ruoli, come il pilota o il navigatore). Si prospetta però qualcosa che saprà garantirci un’esperienza autentica, immediata perché realistica e non perché frenetica. Forse, a centinaia di piedi di quota a bordo della nostra flying fort, saremo contentissimi se non ci sarà da sparare nemmeno un colpo…
Io, se permettete, vado a spolverare il joystick…
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